Che cos’è la Parodontologia?
La Parodontologia è la branca dell’Odontoiatria che si occupa della prevenzione, della diagnosi e della terapia delle patologie che colpiscono il parodonto, l’insieme dei tessuti duri e molli di supporto di denti e impianti, come la gengiva, il legamento parodontale, il cemento radicolare, l’osso alveolare e la mucosa perimplantare.
Cos’è una tasca parodontale?
La tasca parodontale è uno spazio tra dente e gengiva creatosi in seguito alla distruzione dei tessuti che circondano il dente (gengiva e osso).
L’odontoiatra o igienista dentale, attraverso l’uso di una sonda parodontale, è in grado di evidenziarne la presenza e la profondità.
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Chi può ammalarsi di malattia parodontale?
Possono ammalarsi di malattia parodontale coloro che non osservano una buona igiene orale e che presentano una predisposizione individuale alla malattia. In particolare i fattori che favoriscono la malattia sono:
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Igiene orale inadeguata: è la causa principale dei casi di parodontite. La placca batterica provoca prima la gengivite che poi diventa piorrea.
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Fumo: i fumatori hanno un rischio più elevato di contrarre la piorrea rispetto ai non fumatori. La piorrea nei fumatori avanza spesso più rapidamente e ha un decorso più aggressivo e risponde meno alle cure.
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Predisposizione genetica: certe persone soffrono di malattia parodontale nonostante un’ igiene orale eseguita in maniera impeccabile, mentre altri possono vantare strutture parodontali sane pur avendo ammassi di tartaro e placca. Questo è dovuto al fatto che circa il 30% della popolazione ha ereditato un gene che predispone alla malattia parodontale.
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Stress: molti studi scientifici hanno messo in evidenza una corrispondenza fra lo stress e la malattia parodontale, dovuto probabilmente al fatto che lo stress indebolisce le difese immunitarie.
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Gravidanza: le forti fluttuazioni ormonali favoriscono l’insorgenza di gengivite e parodontite.
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Particolari patologie: soprattutto il diabete e certe forme di artrite reumatoide nonché le deficienze immunitarie congenite o acquisite (ad es., AIDS).
Come posso accorgermi se sono affetto da questa malattia?
La malattia parodontale è spesso silente, cioè non comporta sintomi particolari, se non ad uno stadio avanzato della malattia. Tuttavia, vi sono segni ben evidenti che, ad una attenta visita, consentono di porre una diagnosi precisa in tempi adeguati per il trattamento della malattia:
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Rossore, gonfiore e dolore a livello gengivale.
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Presenza di sanguinamento durante l’uso dello spazzolino, del filo interdentale.
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Arretramento del livello gengivale: “i miei denti appaiono sempre più lunghi”.
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Aumento della mobilità dentaria.
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Aumento degli spazi interdentali o modifica della posizione dei denti.
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Presenza di “pus” nel solco gengivale.
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Persistente alito cattivo.
Qual è la terapia indicata per la cura delle parodontopatie?
Dopo la formulazione della corretta diagnosi, il paziente passa attraverso una iniziale terapia chiamata “terapia causale”. Dopo questa prima fase, se necessario, il paziente sarà sottoposto ad eventuali terapie secondarie di tipo chirurgico.
In che consiste la terapia causale?
La terapia causale si occupa inizialmente della rimozione dei fenomeni infiammatori locali che causano la malattia, la placca batterica e il tartaro, dalle superfici dentali sopragengivali (detartrasi) e sottogengivali (levigatura radicolare).
Che cosa si intende con chirurgia parodontale?
Esistono diverse terapie chirurgiche:
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Resettiva: si occupa del rimodellamento mirato chirurgico dei tessuti di supporto del dente, sia gengivali che ossei, a causa delle alterazioni anatomiche causate dalla malattia. I tessuti gengivali vengono sollevati in modo che il chirurgo sia in grado di rimuovere la componente batteriche causa della patologia e rimodellare le superfici ossee rese irregolari dalla malattia; questa procedura permette di ridurre al minimo le aree di colonizzazione batterica (tasca parodontale) e consentire alla gengiva di riposizionarsi successivamente in una posizione ideale.
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Rigenerativa: ha lo scopo di recuperare parte dell’osso e dei tessuti gengivali andati distrutti dalla malattia parodontale, rigenerandoli e ricostruendoli, oltre a ridurre ovviamente la tasca parodontale. Dopo aver rimosso la componente batterica causa della malattia, vengono utilizzate delle membrane, degli innesti ossei o di materiali sintetici biocompatibili per aumentare la capacità che i tessuti hanno di rigenerarsi.
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Muco gengivale: comprende l’insieme delle procedure volte alla correzione dei difetti di morfologia, posizione e quantità dei tessuti molli parodontali.
Come mantenere i risultati raggiunti con la terapia parodontale?
Una volta effettuata la terapia parodontale, sia essa chirurgica o non chirurgica, è indispensabile mantenere nel tempo lo stato di salute parodontale raggiunto mediante richiami periodici a distanza di quattro o sei mesi a seconda della gravità dei casi. Gli scopi della terapia parodontale di supporto sono di prevenire e minimizzare il rischio di recidive e ridurre inoltre l’incidenza della perdita dei denti naturali o degli impianti attraverso un accurato controllo della situazione clinica e radiografica.