Che cos’è l’Endodonzia?
L’Endodonzia è quella branca dell’odontoiatria che si occupa della diagnosi e del trattamento dei processi patologici della polpa dentaria e dei tessuti limitrofi.
L’Endodonzia si è sviluppata ed evoluta rapidamente in questi anni in tutto il mondo e le sue applicazioni hanno migliorato la qualità dei trattamenti dentari.
La polpa
La polpa dentaria è un tessuto molto particolare formato da vasi sanguigni, terminazioni nervose, vasi linfatici e tessuto fibroso che svolge quattro importanti funzioni:
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funzione formativa: la polpa continente gli odontoblasti, cellule specializzate nella formazione della dentina.
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funzione difensiva: la polpa è un grado di rispondere ai danni attraverso il processo dell’infiammazione.
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funzione sensoriale: la polpa risponde al danno con il dolore.
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funzione nutritiva: grazie alla polpa, l’interno del dente viene mantenuto in salute dall’apporto di sostanze nutritive.
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Dolore pulpare
Il dolore pulpare, a volte anche molto intenso, può essere causato da varie situazioni patologiche:
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carie di grosse dimensioni che raggiungono lo spazio interno del dente dove risiede la polpa.
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traumi dentari gravi e improvvisi oppure lievi ma ripetuti che provocano la frattura del dente con esposizione della polpa.
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danni iatrogeni ovvero la polpa va incontro al processo di infiammazione dopo procedure odontoiatriche che hanno permesso l’utilizzo di frese vicino alla camera pulpare.
Il trattamento endodontico è la procedura ottimale per rimuovere la causa del dolore ed evitare l’estrazione del dente.
Trattamento endodontico
Il trattamento endodontico (comunemente chiamato devitalizzazione o terapia canalare) è un procedura ambulatoriale che consiste nella rimozione della polpa in seguito a infiammazione e infezione presente all’interno del dente in tutta la sua lunghezza sino all’apice delle radici e la sua sostituzione con un materiale inerte previo allargamento e detersione dei canali radicolari.
La tappe basilari del trattamento endodontico sono:
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fase di diagnosi: durante la quale l’odontoiatra capisce,sia con l’aiuto di radiografie mirate al dente dette periapicali e sia analizzando i segni e i sintomi del paziente, qual è la causa della malattia e si esegue un corretto piano di trattamento.
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anestesia.
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isolamento del dente con diga di gomma.
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apertura della camera pulpare, ovvero lo spazio interno del dente dove è racchiusa la polpa.
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fase preparatoria: durante la quale, attraverso la detersione e la sagomatura dei canali interni del dente, ottenute con strumenti rotanti in lega Nickel Titanio e lavaggi con ipoclorito di sodio, si rimuove il contenuto canalare e si dà al canale una forma adatta a ricevere un otturazione tridimensionale.
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fase dell’otturazione: durante la quale il canale viene otturato con la guttaperca, una speciale gomma inerte capace di sigillare il canale sino in apice.
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gestione post operatoria: vengono fornite a seconda dei casi terapie con antinfiammatori e antibiotici al paziente se il caso dovesse richiederlo.
Ritrattamenti
Un dente che è stato già sottoposto a un trattamento endodontico può necessitare di un rifacimento della terapia in casi come la presenza di granulomi o cisti, in caso di perdita della ricostruzione con conseguente esposizione del materiale inerte presente all’interno o in caso di un ritrattamento protesico ovvero quando è necessaria la sostituzione di una corona dentaria.
I passaggi sono molto al trattamento endodontico primario, ma possono essere più lunghi o di necessitare di sedute aggiuntive per la presenza spesso di perni endocanalari avvitati o strumenti rotti all’interno del canale da trattare che sono da rimuovere o da oltrepassare per garantire il successo della terapia.
In alcuni casi il ritrattamento può essere effettuato con una tecnica chirurgica definita come chirurgia endododontica o endodonzia retrograda. In presenza di un dente con un granuloma o una cisti a livello dell’apice radicolare non guariti dopo un primo trattamento endodontico, in alcuni casi si procede con la loro rimozione eseguendo una minima incisione nella mucosa in prossimità del l’apice, rimuovendo la teca ossea per esporre la zona di infezione e la sua rimozione, l’otturazione del canale con un biocemento e la sutura della zona.